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CAVALLI DEL BISBINO

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Ultimo aggiornamento il:   28.12.2013 20.15

 

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L' associazione

I cavalli

Perchè aiutarli

Associazioni e enti che ci sostengono

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Nel rigido inverno 2008-2009 due gruppi di cavalli avelignesi (il gruppo della Mula ed il gruppo della Bionda), che vivevano liberi sul Monte Bisbino sono scesi nei villaggi di Sagno (Svizzera) e Rovenna (Italia) alla ricerca disperata di cibo. La montagna era ricoperta da più di 1 metro di neve.
Diversi anni prima il loro proprietario, Signor Roberto Della Torre, che possedeva l’Alpe Boecc in cima al Bisbino, era deceduto e i due branchi sopravvissero in libertà sfidando ogni genere di difficoltà.
La discesa nei villaggi provocò molte rimostranze e si profilò il pericolo che autorità insensibili sequestrassero gli splendidi animali per ridurli in cattività o, peggio ancora, per spedirli al macello.
A questo punto si mossero molte organizzazioni e persone sensibili: da parte italiana l’Associazione Aurora, la LAV, l’ENPA, Legambiente e da parte svizzera gli Amici dei Camosci del Monte Generoso, L’ATRA, la SPAB di Bellinzona. Da entrambi i lati molti volontari. Le Giacche Verdi intelvesi chiamate dalla Comunità Montana intervennero per portare il fieno al gruppo che era sceso a Rovenna mentre il gruppo che aveva sconfinato a Sagno rischiò di morire di fame in quel rigido inverno.
Il sequestro di uno stalloncino a Rovenna, nell’estate del 2009, provocò ampie reazioni. Alcuni giorni prima le autorità italiane competenti avevano assegnato giuridicamente la proprietà dei cavalli alle eredi del Della Torre e si temeva il peggio.
Qualche tempo più tardi fu emanato un decreto prefettizio che ne sanciva l’intangibilità a fini commerciali o di pura e semplice eliminazione.
I gruppi di associazioni e persone riunitisi volontariamente cercarono per mesi soluzioni pratiche indirizzate alla sopravvivenza dei cavalli e alla risoluzione dei conflitti di vario genere sorti nei luoghi della loro presenza.
I due gruppi (della Bionda, con 7 esemplari) e della Mula (con 11 esemplari) vennero costantemente monitorati ed assistiti da parte dei volontari, nell’intento anche di difenderli di fronte alle azioni di disturbo ed agli attacchi di proprietari del luogo che facevano di tutto per allontanare i cavalli liberi del Bisbino dai pascoli e dagli alpeggi di quel monte, con tentativi addirittura di eliminarli.
Il potente stallone del gruppo della Bionda, forse scacciato, perse addirittura la vita in un burrone sul versante dirupato verso il Lago di Como, sotto il Poncione di Laglio.
Finalmente grazie alla generosa disponibilità di una proprietaria del luogo, un ampio terreno fu messo a disposizione dei cavalli ai Monti di Lenno, sopra Rovenna e Moltrasio. Esso fu recintato e lì i due branchi riuniti poterono passare in tranquillità parte dell’inverno 2009-2010 e della primavera, ricevendo regolarmente il foraggio di fieno (trasportato a cura delle Giacche Verdi e dei Lupi di Maslianico) e le necessarie visite e cure sanitarie richieste dall’ASL di Como.
Il ritorno dei cavalli sulla cima del Bisbino si rivelò impossibile per la mancanza di accordi sui pascoli e per tutta una serie di ostilità verificatesi a più riprese sui luoghi.

Fu dunque indispensabile trovare un’altra soluzione. Essa fu individuata grazie in special modo all’intervento delle Giacche Verdi intelvesi, alla mediazione della Provincia e della Comunità montana, nei pascoli alti della Valle d’Intelvi, sul versante italiano del Monte Generoso.
Nel maggio 2010 potè aver luogo l’esperienza meravigliosa della transumanza, durante la quale 22 cavalli, tra grandi e piccini, condotti dalle Giacche Verdi e da esperti guidatori, e seguiti da un’ottantina di volontari compirono in un giorno un viaggio di 30 chilometri su mulattiere e sentieri, tra il Monte Bisbino e il Monte Generoso. L’arrivo in tarda serata sugli splendidi pascoli di Pesciò e Squadrina, sopra Orimento, fu un avvenimento emozionante, con tutti i cavalli sani e salvi e senza il minimo incidente di percorso per nessuno.
Lassù i cavalli sono rimasti, muovendosi in libertà tra i verdi pascoli di Squadrina-Pesciò, la piccola bolla sopra Orimento e i grandi prati in pendio sotto le rocce del Baraghetto (vedi galleria fotografica).  Da allora sono nate ancora 2 bellissime puledre che porta a 6 il numero di piccoli nati nel 2010.
I cavalli si sono trovati benissimo su questi ricchi pascoli e non hanno  accennato minimamente a riprendere la strada del ritorno verso il Bisbino. A fine novembre 2010  sono stati accompagnati al Pian delle Noci,  in un ampio recinto messo a disposizione dal Comune di Lanzo. Lì sono stati foraggiati e accuditi durante tutto l’inverno dai numerosi volontari.

Il 26 marzo 2011 è nata una puledrina di nome Stella, adottata dal comune italiano di Lanzo. Nel corso della visita ai Bisbini del 12 aprile scorso i bambini del comune ticinese di Breggia hanno deciso di adottare pure loro un nascituro scegliendo il nome di Luna. E Luna, nata il giorno di Pasqua, porta sulla fronte una macchia bianca che assomiglia proprio ad una mezza luna. Pochi giorni dopo è nata Aleesha adottata da una signora ticinese. Finalmente l’8 maggio i cavalli del Bisbino sono ritornati sui bellissimi pascoli sotto la cima del Generoso e lì resteranno fino alla fine di ottobre. Ad accompagnarli un centinaio di volontari ticinesi e italiani. Il famoso istruttore Engadinese Urs Heer che già aveva partecipato alla transumanza invernale e le Giacche Verdi a cavallo precedevano e seguivano il branco guidandoli lungo il percorso in sella ai loro cavalli.

Il giorno successivo alla transumanza è nata un’altra bellissima puledrina chiamata ZOE, e pochi giorni dopo è nato un maschietto di nome RUBINO. Entrambi sono stati adottati. I cavalli resteranno sui bellissimi pascoli sotto il Generoso fino a fine ottobre. Nel frattempo i volontari stanno sistemando e pulendo il recinto, montando i ripari e facendo migliorie alle mangiatoie.


La toccante storia dei cavalli del Bisbino appartenenti ad un contadino deceduto 9 anni orsono e sopravvissuti sulla montagna in condizioni a volte molto dure, si è conclusa felicemente anche sotto il profilo legale. Dopo tante vicissitudini i cavalli hanno ora un padrone che si è assunto competenze e responsabilità: L’ASSOCIAZIONE CAVALLI DEL BISBINO ONLUS che conta ormai 300 membri tra ticinesi e italiani.
La preoccupazione principale riguarda ora gli aspetti finanziari. Mantenere i cavalli costa, in special modo per i foraggiamenti invernali, per le infrastrutture, per le visite sanitarie e per le assicurazioni.
Aiuti consistenti da parte delle autorità, delle istituzioni, di altre associazioni e di privati saranno indispensabili per poter dare continuità nel tempo alla nostra azione.



Per maggiori dettagli leggere la storia dei cavalli del Bisbino dal titolo:

 “Dall’emergenza dell’inverno 2008-2009 alla transumanza verso la Valle d’Intelvi” redatta da Luigia Carloni.

 

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L' associazione

 

Siamo un’organizzazione non lucrativa il cui scopo è occuparsi in tutte le forme necessarie della salvaguardia del branco di magnifici cavalli avelignesi del Monte Bisbino, meglio conosciuti come i Cavalli del Bisbino.

Il 29 maggio, a causa di problemi di convivenza legati al territorio in cui erano sempre vissuti, sono stati portati in transumanza sotto le falde del Generoso. 19 cavalli e 1 mula hanno percorso a piedi circa 30 chilometri accompagnati da 80 volontari ed hanno raggiunto dopo 12 ore il territorio loro assegnato.

Scopo dell’associazione è di permettere a questo  gruppo di cavalli di continuare a vivere una vita serena e in tranquillità, liberi durante la bella stagione e accolti in un ampio recinto e  foraggiati durante i mesi invernali.

Vivere allo stato selvaggio tutto l’anno, oltre a non essere possibile per legge, creerebbe grossi problemi Al contrario, una vita allo stato semi-brado, liberi di pascolare sui bellissimi prati dell’Alpe Squadrina-Pesciò poco sotto la cima del Generoso e costantemente seguiti dai numerosi volontari dell’associazione, permetterà ai cavalli di trascorrere una vita serena.

 

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Il Comitato

Il comitato direttivo è composto da:
  
Presidente: Luigia Carloni
Vice-presidente: Giancarla Garbagnati
Tesoriera: Damaris Keller (dimissionaria ottobre 2013)
Segretaria Rita Serritiello
Membri: Ornella Canova
  Andrea Giuliani (dimissionario ottobre 2013)
  Claudia Macconi
  Marco Marelli
  Lanfranco Sulmoni (dimissionario agosto 2013)
Daniele Werner (subentrante)
Claudia Fändrich (subentrante)
Manuela Scacchi (subentrante)
Per ricordare Tita Carloni, una dedica
All' assemblea straordinaria di febbraio 2013 è stato votato il passaggio da 7 a 9 membri del consiglio direttivo

 

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I nostri cavalli

 

Nome

Anno

Altro

   
Agnese2000Mamma di Perry Stallion
Aladino2008 
Barbarossa2008 - +2011 
Bionda1993 
Bisbinella2009 
Fanny Delfi2008 
Fiamma2000Mamma di Pippo Prodige
Gemma19?? - +2011La mula
Grigia1995Mamma di Penelope
Macchia2009 
Manola2000Mamma di Pegaso
Olivia1998 
Pegaso2010 - aprile 
Penelope2010 - giugno 
Perla2010 - giugno 
Perry Stallion2010 - marzo 
Polda1999Mamma di Primula Lemma
Primula Lemma2010 - marzo 
Pippo - Prodige2010 - maggio 
Romba1990Mamma di Perla
Virgola2004 
Zorro King1995Stallone
Stella2011Figlia di Olivia
Luna2011 scomparsaFiglia di Agnese
Aleesha2011Figlia di Polda
Zoe2011Figlia di Fiamma
Rubino 2011Figlio della Grigia
Serenella 2012Figlia di Bisbinella
   

 

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La loro storia fino alla transumanza del 29 maggio 2010     Di Luigia Carloni

 

DALL’EMERGENZA DELL’INVERNO DEL 2009 ALLA TRANSUMANZA VERSO LA VALLE D’INTELVI - DI LUIGIA CARLONI
Da gennaio del 2009 ho seguito regolarmente i due gruppi dei Cavalli del Bisbino, scoprendo ed ammirando il comportamento di questi magnifici animali, la loro conoscenza del territorio e la loro straordinaria vita di gruppo. La loro storia è stata seguita da numerosi giornali, da riviste, da televisione e radio del Ticino, della Svizzera interna e della vicina Italia ed ha commosso e incuriosito numerose persone.
La vicenda dei cavalli del Bisbino è balzata agli occhi dell’opinione pubblica, con un lungo articolo apparso sul quotidiano La Provincia del 10 gennaio 2009.
Vi si leggeva che un gruppo di 11 cavalli affamati, guidati da una mula, era sceso a Rovenna, un paese poco sopra Cernobbio, mangiando addirittura i fiori del cimitero. Vi si leggeva inoltre che questi cavalli erano appartenuti ad un contadino del posto, Roberto della Torre, deceduto sei o sette anni prima, lasciando una situazione ereditaria piuttosto confusa.
Questo contadino aveva sempre tenuto i cavalli in una condizione di semi-libertà accudendoli unicamente durante il periodo invernale. Dopo la sua morte gli animali erano sopravvissuti sulla montagna senza creare particolari problemi e facendo solo sporadiche apparizioni a Rovenna. Con le abbondanti nevicate dell’inverno 2009 erano però scesi nei paesi sottostanti, alla ricerca disperata di cibo.
A questo punto alcune persone ed associazioni del posto si erano mobilitate chiedendo aiuto alla Comunità montana. Questa a sua volta allarmava subito la protezione civile a cavallo, le Giacche Verdi, che hanno portato il fieno agli animali stremati dalla fame.
Il Comune di Cernobbio e lo stesso presidente della Comunità montana dichiaravano però che i cavalli, potenzialmente pericolosi, andavano catturati e trasferiti in luogo sicuro. Inoltre vista la situazione confusa della proprietà ventilavano addirittura l’ipotesi del sequestro da parte della magistratura.
A quel punto numerose associazioni ambientaliste ed animaliste si sollevavano chiedendo che i cavalli venissero lasciati liberi. Apparivano addirittura nella stampa prese di posizione di personalità importanti come Fulco Pratesi del WWF, di Giorgio Celli noto etologo, di un biologo esperto di cavalli come Francesco di Giorgio, di associazioni italiane e ticinesi come la LAV, Legambiente, l’Associazione Aurora, l’ENPA, L’ATRA. Tutti dichiaravano che i cavalli dovevano rimanere liberi nel loro ambiente naturale dove erano vissuti in questi anni dimostrando di essere animali forti e resistenti, in grado di procurarsi il cibo anche in condizioni molto difficili.
Nel frattempo, sempre nel gennaio del 2009, si parlava di altri cavalli vaganti sulla montagna, ma nessuno sapeva né quanti fossero, né dove si trovassero, fino al momento in cui alcuni esemplari arrivarono a Sagno, alla ricerca di cibo. E anche lì iniziarono le polemiche. Il sindaco minacciava addirittura di sequestrare i cavalli e di tradurli a Bellinzona.
A fine febbraio il prefetto di Como decretava la libertà degli animali in attesa che fosse chiarito il contenzioso sull’eredità. Lo stesso presidente della Comunità montana accettava di buon grado la decisione del giudice, formulando l’auspicio che i cavalli venissero controllati periodicamente dal profilo sanitario.
Sul fronte svizzero il sindaco di Sagno ribadiva però le sue minacce anche perché i cavalli erano scesi di nuovo in paese. A quel punto numerose associazioni ticinesi intervenivano con un appello pubblico chiedendo misure concrete per foraggiare i cavalli lontano dagli abitati, in inverni particolarmente rigidi e auspicando un accordo tra autorità ed associazioni svizzere ed italiane.
Un primo incontro tra il Municipio di Sagno e ben 7 associazioni ebbe luogo il 20 marzo 2009. In quell’occasione il sindaco mostrò un atteggiamento meno intransigente, chiedendo però che fosse definita la proprietà, che fosse fatto un censimento completo dei cavalli e un’indagine sul territorio.
Mentre il gruppo della Mula veniva avvistato più volte sopra Rovenna e lungo la strada del Bisbino, non v’era traccia alcuna dei cavalli che avevano sconfinato a Sagno.
A metà marzo alcuni membri della nostra associazione partendo proprio da Sagno perlustrarono per 3 giorni tutta la zona del Bisbino sul versante svizzero e italiano, interrogando passanti e abitanti di cascine e di rustici. Il proprietario di una casa di Piazzola ci segnalava che i cavalli, stremati dalla fame e dall’abbondanza di neve, si erano rifugiati in una stalla diroccata per un intero mese rischiando di morire. Pare che per sopravvivere avessero mangiato addirittura i loro stessi escrementi.
Il terzo giorno, facendo il percorso di Bedola, ci fu segnalato che i cavalli erano risaliti sul Bisbino. E lì abbiamo visto per la prima volta il gruppo della Bionda, la magnifica cavalla capobranco e il suo puledro appena nato. Il gruppo era composto di 7 cavalli ed aveva al seguito uno stallone maestoso.
Abbiamo capito in quel momento che i gruppi erano due e che durante l’inverno avevano comportamenti territoriali molto diversi. Il gruppo della Bionda frequentava principalmente il versante che dal Bisbino si spinge verso Pievenello, Piazzola e quindi verso Sagno mentre il gruppo della Mula aveva il suo territorio sul versante di Cernobbio e di Moltrasio.
Con l’arrivo della primavera i gruppi raggiungevano la cima del Bisbino dividendosi i pascoli di Sella Cavazza, dell’Alpe Böcc e dei prati dietro la chiesa. L’acqua della fontana subito dietro l’alpe, era abbondante.
I due branchi non si incontravano mai anche se spesso si scambiavano il territorio. Gli stalloni vigilavano sui loro rispettivi gruppi senza che ci fosse uno scontro diretto tra i due.
All’inizio di giugno un giovane maschio venne espulso dal branco della Mula e scese a Rovenna. Lo si vedeva spesso sotto un pino, vicino alla chiesa oppure lungo la strada, in compagnia di alcuni bambini che lo avevano soprannominato Pupi.
A luglio i due gruppi scomparvero dal Bisbino forse per mancanza di acqua. La grande fontana dell’Alpe Böcc cominciava ad essere asciutta.
A metà luglio, percorrendo la dorsale che dal Bisbino conduce al Sasso Gordona, scoprimmo che i cavalli si erano spinti fino al San Bernardo e all’Alpe di Carate, dove una grande bolla d’acqua è alimentata costantemente da una sorgente.
A inizio agosto venne assegnata la proprietà dei cavalli da parte della magistratura e pochi giorni dopo il giovane stallone Pupi, venne catturato a Rovenna, caricato su un camion e trasferito in un maneggio di Varese.
Si temeva fortemente che anche gli altri cavalli potessero seguire la stessa sorte. Vi furono manifestazioni e articoli sui giornali. Tutte le associazioni si mobilitarono.
A fine agosto i cavalli ritornarono al Bisbino, forse cacciati dai contadini. Vi rimasero poco anche perché i prati erano secchi e la fontana ormai completamente asciutta e ritornarono quindi all’Alpe di Carate e al San Bernardo.
Un giorno ci capitò di assistere terrorizzati alla cacciata del gruppo della Mula da parte di 4 contadini. I cavalli vennero spinti con violenza nella ripida valle sottostante l’Alpe di Carate col pericolo che si rompessero le gambe.
Due o tre giorni dopo il gruppo della Mula faceva la sua apparizione a Rovenna, in forte anticipo rispetto agli anni passati. Da settembre questo gruppo farà la spola tra Rovenna e la cima del Bisbino, quasi sempre sulla strada, tentando di entrare nei prati di qualche alpeggio. I cavalli venivano spesso cacciati e divisi.
Il gruppo della Bionda rimase invece in quota. Il 30 ottobre lo fotografai per l’ultima volta all’ Alpe di Carate, accompagnato dal suo stallone.
A fine novembre la Bionda, con le sue puledre ed una cavalla anziana ritornavano al Bisbino. Mancavano però due femmine e mancava lo stallone.
Ebbi un brutto presentimento perché uno stallone non abbandona mai le proprie femmine.
Purtroppo passavano le settimane e dei cavalli scomparsi nessuna traccia. A inizio dicembre, con le prime nevicate, le 4 cavalle superstite scesero a Pievenello. Vi rimarranno pochi giorni perché furono ricacciate sul Bisbino dai soliti contadini.
Intanto iniziavano a circolare voci secondo cui alcuni cavalli sarebbero precipitati in un burrone sotto il San Bernardo e il 12 dicembre avverrà la macabra scoperta. Lo stallone viene trovato morto in un dirupo. Ci sembrava strano che un cavallo così forte e pieno di vita, nato e cresciuto libero in quei luoghi, fosse precipitato da solo nel versante più scosceso che scende verso il lago.
Le due cavalle ritenute scomparse per fortuna furono ritrovate nella zona alcune settimane più tardi e ricondotte all’interno del gruppo.
È interessante notare come la Bionda, rimasta sola, avesse assunto il doppio ruolo di capobranco e di sentinella, funzione quest’ ultima che viene svolta dallo stallone.
Intanto la neve scendeva abbondante sul Bisbino. La Bionda e il suo gruppo rimanevano sul monte avvistate più volte vicino all’Alpe Böcc e a Sella Cavazza. A metà gennaio scesero di nuovo a Pievenello.
Il gruppo della Mula invece lo si vedeva spesso sopra Rovenna, ai Monti di Lenno oppure a Madrona che è un piccolo nucleo di rustici lungo la strada del Bisbino.
Poi finalmente fu trovata una soluzione. A gennaio l’ampio terreno ai Monti di Lenno, messo gentilmente a disposizione dai proprietari, è stato recintato da un gruppo di volontari con il sostegno della Provincia e il gruppo della Mula che già stazionava in zona venne riunito nel recinto il 23 gennaio.
Il giorno dopo, a nostra insaputa, qualcuno accompagnerà il gruppo della Bionda da Pievenello ai Monti di Lenno, facendo chiaramente capire che i cavalli non possono pascolare liberamente sui prati, nemmeno in inverno.
Da gennaio, grazie ai fondi raccolti dalle associazioni in Ticino e in Italia, i cavalli sono stati regolarmente foraggiati e accuditi dai volontari che spesso si recavano sul posto a ripulire il terreno. Inoltre sono state eseguite tutte le analisi sanitarie previste dalla legge.
Purtroppo ben 3 volte ignoti hanno rotto il recinto lasciando uscire i cavalli. In due occasioni siamo riusciti a recuperarli ma il 30 aprile scorso, forse attratti dall’erba fresca, sono risaliti al gran galoppo sul Bisbino Sabato 1. maggio li abbiamo avvistato poco sotto la cima e la sera stessa i cavalli si sono spinti fino all’Alpe di Carate, alpe dove spesso sono stati scacciati e dove lo stallone è morto precipitando nel burrone sotto il Colmegnone.
Grazie all’intervento dei volontari i cavalli sono stati recuperati e riportati momentaneamente all’Alpe Böcc, dove sono rimasti fino al 29 maggio quando un’ottantina di persone, tra ticinesi e italiani, dalle sei del mattino alle otto di sera hanno compiuto l’attesa e difficile transumanza dalla cima del Monte Bisbino all’Alpe Squadrina appena trecento metri sotto il Monte Generoso, sul versante italiano.
L’organizzazione era affidata alle Giacche Verdi ed alla protezione civile italiana di Ronago.
Volontari precedevano i cavalli, mettendosi nei punti critici, gli esperti spingevano i cavalli e giovani su motocross impedivano che gli animali si disperdessero nei boschi o sui prati rendendo impossibile la transumanza.
Del gruppo di venti cavalli facevano parte anche quattro puledrini, di cui uno appena nato e ancora traballante sulle gambe. Tutti quanti hanno percorso i difficili trenta chilometri su mulattiere e sentieri montani. Nessun cavallo si è fatto male e i puledrini hanno mostrato una resistenza davvero straordinaria. Qualche sosta intermedia (a Pian delle Alpi, nella bella piana di Orimento) ha permesso agli animali di bere, rifocillarsi e riprendere poi con lena il difficile cammino. Questo si è concluso magnificamente verso le 20.00 sui grandi prati degli alpi di Pesciò e Squadrina, cosparsi di narcisi e delle prime genziane, in un ambiente naturale meraviglioso appena sotto i bastioni rocciosi del Monte Generoso.
Lassù i cavalli resteranno in libertà fino al prossimo inverno quando saranno nuovamente raccolti e condotti al Pian delle Noci (Lanzo d’Intelvi) per passare, nutriti ed accuditi, la brutta stagione.

Luigia Carloni, 4 giugno 2010

 

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Perchè aiutarli ?

 

I cavalli sono di esclusiva proprietà dell’associazione la quale deve far fronte a numerose spese come quelle relative ai controlli sanitari, all’affitto dell’alpeggio, all’acquisto del fieno per la stagione invernale, alle assicurazioni RC. Un contributo in loro favore aiuta l’associazione a mantenere i cavalli nel lungo periodo. Infatti l’impegno preso non si limita ad un breve lasso di tempo ma si protrarrà negli anni a venire.
I cavalli, se potessero parlare, non finirebbero di ringraziare coloro che anche con poco li aiuta a restare liberi e uniti.
 

 

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Associazioni amiche dei Cavalli del Bisbino

 

Un ringraziamento lo si deve a tutte quelle associazioni e a quelle persone che hanno avuto un ruolo fondamentale per la salvaguardia dei cavalli del Bisbino, contribuendo con il loro impegno e il loro lavoro per la soluzione dei numerosi problemi pratici e istituzionali che si presentavano di volta in volta, soprattutto prima della nascita dell’associazione. Grazie a questo contributo ha potuto nascere l’associazione Cavalli del Bisbino ONLUS, ora proprietaria e responsabile dei cavalli.

 

Ecco l' elenco delle associazioni amiche:
  
Giacche Verdi sezione Intelvesewww.angivlombardia.it
ENPA Comowww.enpa.it
OIPA www.oipaitalia.com
Legambientewww.legambiente.it
LAVwww.lav.it
Lupi di Maslianicowww.ilupi.it
  
  
Atrawww.atra.info
Associazione Amici dei Camosci del Monte Generosowww.camoscio-mg.ch
Spab Bellinzonawww.spab.ch
  
  
La nostra "base" estiva, a Orimentowww.baitadiorimento.it
Il "guardiano" di Gotta, Vittoriowww.labaita-lanzo.it
  
Il personaggio "chiave" assieme alle GVwww.uheer.ch
alla transumanza del 27 novembre 2010www.horsemanship-schule.ch
 www.hets4you.ch
  
Elicriso, rivista sull ambiente e la naturawww.elicriso.it
  
Ferrovia Monte Generoso - partenariatowww.montegeneroso.ch
  

 

 

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Articoli stampa e sul web, trasmissioni radio e televisive

 

 

La stampa italiana e quella svizzera ma anche la televisione e la rete, hanno dedicato pagine, parole e immagini alla travagliata storia dei cavalli del Bisbino, scrivendo e raccontando le loro vicende e il lungo percorso che ha portato alla situazione attuale.

Dopo aver vagato per anni senza che nessuno li accudisse ora i cavalli del Bisbino hanno qualcuno che si occupa di loro e che racconta la loro storia.

Impossibile raccoglierli tutti, molti giornali, riviste, TV hanno raccontato sulla vicenda. Ci limitiamo a segnalare alcuni articoli a conferma dell' interesse suscitato a salvaguardia di questi magnifici animali.

 

La Provincia 08-01-200924 Heures 25-06-2010 
La Provincia 09-01-2009Tribune de Geneve 25-06-2010 
La Provincia 10-01-2009  
La Provincia 12-01-2009Articolo su Anima.lidi Fulvio Vassalli
La Provincia 13-01-2009Da un' altro punto di vistadi L. Sulmoni
La Provincia 14-01-2009  
La Provincia 16-01-2009Blick 04-03-2009 
La Provincia 04-02-2009SonntagsBlick, data sconosciuta 
La Provincia 25-02-2009SonntagsBlick 14-03-2010 
La Provincia 27-02-2009  
La Provincia 01-03-2009NZZ 20-12-2009 
La Provincia 03-03-2009NZZ del 30-05-2010 
La Provincia 14-04-2009  
La Provincia 09-08-2009Corriere del Ticino 23-03-2009 
 Corriere del Ticino 31-03-2009 
Campionenews 16-12-2009Corriere del Ticino 04-04-2009 
 Corriere del Ticino WEB 6-05-2010 
Corriere della Sera 20-12-2009Corriere del Ticino WEB 30-05-2010 
 Corriere del Ticino 17-08-2010 
Varesenews.it 07-04-2010  
 tio.ch 22-02-2010 
La Provincia Online 18-07-2010tio.ch 07-04-2010 
   
Infoinsubria 19-11-2010RSI 29-05-2010 
   
 Swissinfo.ch 21-07-2010 
 

Animalieanimali.it - 14-02-2011

Rivista online di Licia Colò
 Corriere del Ticino WEB - 27-02-2011 
 Diversi articoli su CDT - WEB primavera 2011 
   
   

 

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Statuto dell' Associazione Cavalli del Bisbino ONLUS  - SCARICA in formato PDF

Art. 1 – Ai sensi delle disposizioni vigenti, è costituita un’associazione sotto la denominazione: "Cavalli del Bisbino Onlus". L’associazione si obbliga all’uso, nella denominazione e in qualsivoglia segno distintivo o comunicazione rivolta al pubblico, della locuzione “organizzazione non lucrativa di utilità sociale” o dell’acronimo “ONLUS”, secondo il D. Lgs. N°460/97 art.10, comma 1, lettera i).

Art. 2 - La ONLUS non ha fini di lucro e persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale. L’associazione in particolare si propone di tutelare e provvedere al mantenimento dei cavalli che verranno ad essa affidati o ceduti e di salvaguardare la libertà, il benessere degli stessi e l’integrità dei branchi, rispettando le norme sanitarie e di sicurezza in vigore.

La ONLUS potrà altresì svolgere tutte le attività connesse al proprio scopo istituzionale, nonché tutte le attività accessorie. La ONLUS comunicherà l'oggetto della propria attività entro 30 giorni alla direzione regionale delle entrate del Ministero delle finanze competente. Alla medesima direzione sarà altresì comunicata ogni modifica successiva che comporti la perdita della qualità di ONLUS.

Art. 3 - La ONLUS ha sede in Via Gianfranco Caniggia, 5 22100 Como.

Art. 4 - Il patrimonio è costituito:
a) dai beni mobili ed immobili che diverranno di proprietà della ONLUS;
b) da eventuali fondi di riserva costituiti con le eccedenze di bilancio;
c) da eventuali erogazioni, donazioni e lasciti.
Le entrate della ONLUS sono costituite:
a) dalle quote associative;
b) dal ricavato dall'organizzazione di manifestazioni o partecipazione ad esse;
c) da ogni altra entrata che concorra ad incrementare l'attivo sociale (fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche occasionali anche mediante offerte di beni di modico valore; contributi corrisposti da amministrazioni pubbliche
I fondi sono depositati presso Istituti di Credito stabiliti dal Consiglio.
Le firma depositate presso tali Istituti saranno quelle del Presidente, del Vice Presidente e del Tesoriere.
In caso di scioglimento della ONLUS, per qualunque causa, il patrimonio sarà devoluto ad altra organizzazione non lucrativa di utilità sociale o ai fini di pubblica utilità, sentito l'organismo di controllo di cui all'art. 3 comma 190 della legge 23 dicembre 1996 n. 662 e successive modifiche, salvo diversa destinazione imposta dalla legge vigente al momento dello svolgimento. Il contributo associativo è annuale, intrasmissibile, ad eccezione dei trasferimenti a causa di morte e non è rivalutabile.

Art. 5 - Sono soci dell’Associazione le persone o gli enti la cui domanda di ammissione sia accettata dal Consiglio Direttivo e che verseranno, all'atto dell'ammissione, la quota di associazione che verrà annualmente stabilita dal Consiglio stesso.
I soci si distinguono nelle seguenti categorie:

- soci fondatori (firmatari all’atto di costituzione dell’Associazione);
- soci ordinari (persone fisiche interessate alle attività ed agli scopi previsti dallo Statuto ed appartenenti alle aree di competenza);
soci sostenitori (Istituti, Enti, Società, persone fisiche che sostengono moralmente e materialmente le attività dell’Associazione);
- soci onorari e benemeriti (Istituti, Enti, Società, persone fisiche che si sono distinti per impegno e generosità);
- soci giovani (persone di età inferiore ai 18 anni).

 I soci che non avranno presentato per iscritto le loro dimissioni entro il 31 dicembre di ogni anno saranno considerati soci anche per l'anno successivo ed obbligati al versamento della quota annuale di associazione.
I soci avranno diritto di frequentare i locali sociali e di utilizzare le eventuali strutture, senza tuttavia modificarne la naturale destinazione. Tra i soci vige una disciplina uniforme del rapporto associativo e delle modalità associative. È espressamente esclusa ogni limitazione in funzione della temporaneità della partecipazione alla vita associativa. La qualità di socio si perde per decesso, dimissioni e per morosità o indegnità; la morosità e la indegnità sono sancite dall'assemblea dei soci.
Per indegnità si intende l’aver diffuso, con ogni mezzo, notizie, l’aver commesso atti tali da ledere il prestigio dell’Associazione o del Consiglio Direttivo o che si pongano in conflitto con le delibere assunte o con il presente Statuto oppure azioni che, anche senza dolo, abbiano causato all’Associazione danni economici o particolari difficoltà gestionali.

Art. 6 - L'esercizio si chiude al 31 dicembre di ogni anno. Entro 90 giorni dalla fine dell’esercizio il Presidente del Consiglio Direttivo predispone il bilancio, che dovrà essere approvato dall'Assemblea dei soci. Verrà altresì sottoposto all'approvazione dell'Assemblea il bilancio preventivo dell'esercizio in corso.
Gli utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitale non verranno distribuiti, neppure indirettamente, durante la vita della ONLUS, salvo che la destinazione o distribuzione non siano imposte dalla legge, e pertanto saranno portati a nuovo ed utilizzati dalla ONLUS per i fini perseguiti.

Art. 7 - L'associazione è amministrata da un Consiglio Direttivo composto da sette membri eletti dall'assemblea dei soci per la durata di tre anni. In caso di dimissioni o decesso di un Consigliere, il Consiglio provvede alla sua sostituzione temporanea alla prima riunione utile, chiedendo la ratifica o una nuova nomina alla successiva assemblea. Il Consigliere subentrante rimane in carica per la durata residua del mandato. Il Consiglio nomina al suo interno un Vice Presidente, che assume i poteri del Presidente in caso di assenza o impedimento, e un Segretario. Le cariche sociali sono gratuite, fatto salvo il diritto al rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate nell’interesse dell’Associazione.

Il Consiglio si riunisce:
a) ogniqualvolta il Presidente lo ritenga necessario;
b) quando ne sia fatta richiesta da almeno tre dei suoi membri;
c) comunque almeno una volta all'anno per deliberare in ordine al bilancio e all'ammontare della quota sociale.

Per la validità delle deliberazioni occorrono la presenza effettiva della maggioranza dei membri del Consiglio e il voto favorevole della maggioranza dei presenti; in caso di parità prevale il voto di chi presiede. Il Consiglio è presieduto dal Presidente o, in sua assenza, dal Vice Presidente; in assenza di entrambi, dal più anziano di età dei presenti. Il Consigliere che, senza giustificazione, mancasse ad almeno tre sedute consecutive potrà essere considerato decaduto dalla carica. Delle riunioni del Consiglio si redige il relativo verbale su apposito registro, sottoscritto dal Presidente e dal Segretario.
Alle riunioni possono essere invitati a partecipare esperti esterni e rappresentanti di eventuali sezioni interne di lavoro.

Il Consiglio:
1. cura la gestione ordinaria e straordinaria dell'associazione;
2. redige i bilanci e li presenta all'assemblea;
3. compila il regolamento per il funzionamento dell'associazione.

Il Presidente:
- rappresenta legalmente l'associazione nei confronti dei terzi e in giudizio e cura l'esecuzione dei deliberati dell'assemblea dei soci;
- è autorizzato ad eseguire incassi e accettazione di donazioni di ogni natura a qualsiasi titolo da Pubbliche Amministrazioni, Enti e privati;
- attua la gestione determinata dal Consiglio, impiegando le risorse messe a disposizione dal Tesoriere;
- ha la facoltà di nominare avvocati e procuratori nelle liti attive e passive riguardanti l’Associazione davanti a qualsiasi Autorità Giudiziaria e Amministrativa;
- convoca e presiede le riunioni dell’Assemblea e del Consiglio;
- in caso di necessità e di urgenza assume i provvedimenti di competenza del Consiglio, sottoponendoli a ratifica nella prima riunione successiva.

Il Tesoriere:
- amministra i fondi a disposizione dell’Associazione ed è responsabile della loro corretta gestione;
- propone al Consiglio le iniziative di politica finanziaria e può chiedere pareri sul qualsiasi iniziativa di carattere finanziario.

Art. 8 - L'Assemblea, regolarmente costituita, rappresenta la universalità dei soci e le sue deliberazioni, prese in conformità alla legge e al presente Statuto, obbligano tutti i soci, ancorché non intervenuti o dissenzienti.

I soci devono essere convocati in assemblea dal consiglio almeno una volta all'anno, mediante comunicazione scritta, anche a mezzo di posta elettronica e di telefax, diretta a ciascun socio, contenente l'ordine del giorno, almeno 15 giorni prima di quello fissato per l'adunanza.

L'Assemblea deve pure essere convocata su domanda motivata e firmata da almeno un decimo dei soci. L'Assemblea può essere convocata anche fuori della sede sociale, purché in Italia.

Entro il mese di novembre di ogni anno, l'Assemblea si deve riunire, in seduta ordinaria, per deliberare sul bilancio, sugli indirizzi, sul programma di attività proposta dal Consiglio, sulla nomina del Presidente, del Tesoriere e dei membri del Consiglio Direttivo; in seduta straordinaria, per deliberare sulle modifiche dell'atto costitutivo e dello statuto.
Hanno diritto di voto tutte le persone maggiori di 18 anni, registrate nell’albo dell’Associazione e in regola con il pagamento della quota annuale.
Ogni socio ha diritto ad un voto. I soci possono farsi rappresentare da altri soci; è consentito un massimo di tre deleghe per socio.
Tutte le votazioni dell’Assemblea, salvo diversa disposizione statutaria, sono prese a maggioranza dei votanti. Per l’approvazione delle modifiche statutarie è necessario il voto favorevole dei tre quarti dei presenti. Le modifiche obbligano tutti i soci.

L'assemblea è presieduta dal Presidente del Consiglio oppure, in caso di sua assenza, da un socio nominato dall'assemblea. Il Presidente dell'assemblea nomina un segretario. Spetta al Presidente dell'assemblea la verifica della regolarità delle deleghe. Delle riunioni dell’assemblea si redige un verbale sottoscritto dal Presidente e dal Segretario. Le assemblee sono validamente costituite e deliberano con le maggioranze previste dall'art. 21 del Codice civile.
 
Tutte le riunioni dell’Assemblea si svolgono in seduta riservata, salvo diversa decisione di chi le presiede.

Art. 9 - Lo scioglimento dell'associazione è deliberato dall'assemblea, la quale provvede alla nomina di uno o più liquidatori e delibererà in ordine alla devoluzione dell'eventuale patrimonio ad altra ONLUS operante in analogo settore.

Art. 10 - Per tutto quanto non disciplinato dal presente  statuto si fa rinvio alle disposizioni di legge speciali e a quelle del Capo II e III del Titolo II del Libro I del Codice civile.

Questo statuto è composto da n°10 articoli disposti su 4 pagine.

Approvato a Como il giorno 5 marzo 2010

 

Il Presidente (Mariachiara Lietti)                                                  Il Segretario (Patricia Rossini)

 

 

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LINEE GUIDA DEI RAPPORTI CON L’ASSOCIAZIONE

1. SICUREZZA
L’Associazione, in ottemperanza al D.Lgs n° 626/94, impone a tutti gli associati e ai volontari che entrano nei luoghi di detenzione dei cavalli di sua proprietà o sotto la sua tutela l’osservanza della cartellonistica esposta, l’utilizzo dei presidi indicati e l’applicazione del manuale di sicurezza per gli operatori.

2. ACCESSO AI LUOGHI DI CUSTODIA DEI CAVALLI
L’ingresso nei luoghi di custodia dei cavalli di proprietà o sotto la tutela dell’Associazione è consentito solo alle persone autorizzate dal Consiglio Direttivo. L’Associazione può consentire l’ingresso temporaneo a una o più persone solo previa compilazione di una liberatoria e in presenza di almeno una persona autorizzata.

3. RAPPORTI CON IL PUBBLICO E I MEDIA
L’Associazione affida al Consiglio Direttivo la responsabilità di rappresentare pubblicamente l’Associazione stessa e di divulgare ufficialmente tutte le informazioni inerenti ad essa.

4. ATTIVITA’ DI INTERESSE ECONOMICO
Chiunque intraprenda un’attività di interesse economico inerente all’Associazione deve essere autorizzato dal Consiglio Direttivo e fare riferimento alle sua indicazioni.

5. INCARICHI OPERATIVI
Il Consiglio Direttivo può assegnare i diversi incarichi operativi a persone di sua fiducia.

6. RAPPORTI TRA ASSOCIATI E CONSIGLIO DIRETTIVO
Qualsiasi richiesta, critica o suggerimento deve essere inoltrato in forma scritta al Consiglio Direttivo.

7. PROVVEDIMENTI SANZIONATORI
Il Consiglio Direttivo attuerà i provvedimenti che reputerà più opportuni nei confronti delle persone che non rispettano le disposizioni qui esposte (vedi art. 5 Statuto).

 

 

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